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Dott. Antonio Bellino
Pubblicato da Dott. A. Bellino in Trichiatria · 8 Febbraio 2020
Tricotillomania
Cosa è e come si manifesta?
Il termine comparve per la prma volta nel 1889 per merito del dott. François Henri Hallopeau, un dermatologo francese.
La Tricotillomania è un disturbo del comportamento in cui ricorre con elevata frequenza l’impulso a strappare capelli o peli, propri o anche altrui (hair pulling trick), arrecando un particolare tipo di alopecia da trazione che si estende su aree più o meno ampie, ben documentabile anche con un semplice esame tricoscopico ( il moncone del capello o del pelo residuo presenta dopo il trauma una caratteristica morfologia). Dopo l’atto dello strappo i soggetti possono comportarsi in maniera diversa: alcuni buttano via i cappelli, altri li selezionano in base al colore o alla lunghezza, altri li appolottolano, altri li nascondono nelle tasche o li frammentano con i denti fino ad ingerirli ( tricofagia)
E se il tirarsi le ciglia, le sopracciglia, i peli pubici o delle gambe sembra associarsi a sindromi nevrotiche, strappare invece i capelli tende ad essere un tratto distintivo di disturbi su base schizoide.
Tale pratica può essere finalizzata inoltre con o senza l’ausilio di pinzette.

Quali sono le cause?
Il comportamento si manifesta con frequenza più elevata già da bambini o adolescenti, insorgendo come una ricorrente tendenza compulsiva a toccare i capelli, lisciarli, tirarli, arrotolarli tra le dita o anche a portarli alla bocca in momenti di assortimento (mentre si guarda la tv, si ascolta musica, si legge, si riflette o fissandosi allo specchio).
Riuscendo ad approcciare i pazienti in una età che permettesse uno studio psicologico maturo ed approfondito, molti studi hanno evinto nei casi affetti tensioni psichiche, “rejecting” o conflittualità non risolte con una delle figure genitrici* (onde ottenere maggiori dimostrazioni affettive ), sentimenti di sfiducia o desideri inconsci di autopunizione per mancanza di auto-stima; tutti elementi che si è visto spingere i soggetti ad una sorta di aggressività repressa che implode in modo inconsapevole su sé stessi e che si rende più manifesta come tale in individui predisposti ad una certa inflessibilità psicologica caratteriale, volta a voler contenere impulsi ed emozioni negative.
*A tal proposito già in passato ( 1953) D.W.Winnicot spiegava come essendo i capelli elementi morbidi e facili da raggiungere, constituissero un oggetto auto-erotico di transizione tali da riuscire a proiettare e riprodurre nella mente del paziente affetto quasi un contatto con la madre, la sua pelle, i suoi indumenti, talvolta anche in senso masochisistico. Nei bimbi più piccoli ad esempio una strategia terapeutica efficace potrebbe essere fornire ad essi come giochi, oggetti di lana pelosi o setolosi, oltre che rimuovere le eventuali cause scatenanti. Nei bambini più grandi invece il problema potrebbe avere già bisogno di una consulenza con un inquadramento psicologico mirato.
E non solo.
Si è scoperto infatti che oltre al trauma arrecato con modalità inconsapevole, esiste un secondo “meccanismo” mentale alla base della tricotillomania e che accomuna tali pazienti a quelli affetti da onicogafia (tendenza a mordere e stuzzicare unghie e relative zone periungueali fino al sanguinamento), o a quelli che scrocchiano le dita o quelli che strizzano punti neri o lesioni anche inesistenti della cute, quelli che mordono le proprie labbra o la parte interna delle guance, che tirano i lobi o che con uno stuzzicadenti o altro danneggiano le proprie gengive. In questo caso infatti alla base del comportamento vi è un meccanismo di consapevolezza e piacere volto a ridurre emozioni negative dettate da stress o ansia, quasi una valvola di regolazione per esse.
Inoltre in alcuni casi di tricodinia (ovvero dolore ai capelli ed al cuoio capelluto), potrebbe innescarsi in quelle persone predisposte un meccanismo di tricotillomania notturna
E’ molto importante quindi che venga posta con una accurata anamnesi ed esame obiettivo la giusta diagnosi, per differenziarla dal disturbo Ossessivo-Compulsivo, da un Disturbo da Dismorfofobia nonché da un disturbo Border-Line. Il paziente affetto infatti volontariamente o involontariamente potrebbe facilmente mascherare in fase di anamnesi la causa scatenante il suo comportamento.
Terapia
Il problema va quindi risolto con adeguati approcci cognitivi-comportamentali a cui si associano trattamenti tricologici volti a lenire i sintomi cutanei (dolore, prurito) nonché a coadiuvare la crescita dei capelli. Tuttavia è bene sottolinere che la ricrescita dei capelli è possibile solo se le cause psicologiche vengono affrontate e risolte in tempo, prima che il trauma da strappo perpetrato nel tempo possa rendere atrofici i bulbi piliferi. È sostanzialmente inutile iniziare un trattamento medico tricologico se prima non si risolvono le cause alla base del comportamento autolesivo.
Se la guarigione dal disturbo arriva tardi nel tempo, solo allora, constatata l’atrofizzazione ormai avvenuta dei follicoli, si potrà prendere in considerazione un trapianto di capelli o di peli.  



© 2017-2020, Antonio Bellino
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