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Dott. Antonio Bellino
Pubblicato da Dott. A. Bellino in Medicina estetica · 9 Febbraio 2020
Cosa è l’Acido Jaluronico?
L'Acido Jaluronico, scoperto nel 1930, è una “macromolecola” prodotta fisiologicamente dal nostro corpo. È costituita da una ripetizione continua di unità di n-acetylglucosamina e di acido glucuronico, due sostanze che le permettono di assumere una struttura tridimensionale reticolare in cui restano imbrigliate molecole di acqua ed altri nutrienti, nonché di funzionare da filtro per alcune sostanze tossiche.
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La sua funzione è quindi quella di assorbire e trattenere acqua e di liberarla poi in base ai bisogni, dando più o meno turgore al tessuto connettivo in cui è contenuta, il quale in virtù di questo risulterà più o meno pronto a sorreggere urti, traumi cronici da pressione ed ad idratare o lubrificare secondo il giusto grado determinate strutture come ad esempio le articolazioni o l’occhio.  

Dove si trova?
Nel nostro corpo esso viene prodotto da cellule chiamate fibroblasti ed è normalmente rappresentato nell’ umor vitreo dell'occhio, nella cartilagine, nella pelle, nel liquido sinoviale, nei tendini, nel cordone ombelicale o nelle pareti di arterie di grosso calibro come l'aorta.
Esso inoltre esplica anche un’azione anti-infiammatoria e cicatrizzante in presenza di tessuti danneggiati.
Tuttavia con il trascorrere del tempo la sua produzione fisiologica e le quantità presenti nel corpo tendono a diminuire ed è questo il motivo per cui i tessuti in cui è contenuto perdono la loro elasticità come le stesse articolazioni o la pelle che andando incontro a perdita di turgore manifesterà ben presto la formazione delle temutissime “rughe”.

L’Acido Jaluronico di sintesi
L’acido ialuronico che viene prodotto industrialmente un tempo veniva ricavato dalle creste di gallo, oggigiorno invece esso si ottiene dalla produzione di selezionate colture batteriche.
Trova impiego sia nella medicina estetica tramite fillers che aiutano a rivolumizzare ed idratare selezionate aree corporee (mani, volto, labbra etc.), nonché in oftalmologia per la produzione di lacrime artificiali, per la guarigione di tessuti lesionati ed infiammati o per lubrificare le articolazioni grazie a veicolazione con iniezioni locali.
L’Acido Jaluronico delle formulazioni cosmetiche: cosa c’è di vero negli slogan?
In ambito cosmetologico il termine “Acido Jaluronico” risulta ormai inflazionato. Dai prodotti per la cura della pelle a quelli per il make-up è sponsorizzato al apri di un “elisir per l’eterna giovinezza”, in virtù delle sue proprietà idratanti e filmogene che donano alla pelle un “mascheramento” parziale delle rughe sottili e non un vero e proprio riempimento della stessa.
Cerchiamo di capirne il perché e quanto c’è di vero negli sponsor che vediamo.
Innanzitutto, come detto poco sopra l’Acido Jaluronico è una “macromolecola”. Ossia, in termini semplici è così grande da riuscire a permeare con estrema difficoltà tutto lo spessore della barriera cutanea. Una volta spalmato sulla pelle esso tende ad arrestarsi nello strato dell’epidermide arrivando solo con estrema difficoltà e lentezza nelle profondità del derma (il derma è lo strato cutaneo su cui poggia l’epidermide ed al livello del quale si “forma” la ruga). La ruga, infatti, viene “spianata” solo ripristinando l’impalcatura ed il turgore del derma su cui poggia l’epidermide. Risulta pertanto ovvio che eliminare una ruga “alla radice” ed in modo immediato con tali creme è fisicamente improbabile. Motivo per cui onde accelerarne l’assorbimento vengono utilizzate le pratiche iniettive a livello dermico più o meno profonde (i famosi filler).
Pertanto, l’Acido Jaluronico come tale, nell’ambito delle formulazioni cosmetiche, non può essere mai immesso sia perché poco solubile sia perché molto ingombrante a livello molecolare. Si ricorre allora a procedimenti chimici quali la salificazione o la depolimerizzazione dell’Acido Jaluronico stesso.
Riprova di questo ne è la semplice lettura degli ingredienti contenuti in suddette creme (INCI).
Tra essi infatti non si ritrova come ci si aspetterebbe l’ingrediente designato col termine “Hyaluronic Acid” bensì:
- Sodium Hyaluronate (o sodio jaluronato).
oppure
- Hydrolyzed Hyaluronic Acid (o acido jaluronico idrolizzato).
Queste due sostanze, che sortiscono effetti differenti, non sono la stessa cosa dell’Acido Jaluronico.

Il Sodium Hyaluronate, è la forma salificata che viene di solito riportata con i suoi diversi pesi molecolari. Questa sostanza ha la capacità di creare sulla cute un “film”, ovvero una “pellicola” molecolare che impedisce l’evaporazione dell’acqua trans-epidermica, imprigionando quindi l’acqua “sulla cute”. Più il peso molecolare è basso e più la molecola, essendo più piccola, penetra in profondità nello strato corneo dell’epidermide ed idrata di meno.
L’imprigionamento di acqua a livello epidermico determina un rigonfiamento solo dello strato coneocitario. Il derma, la parte profonda di cute dove “nasce” la ruga, non viene affatto interessato. In tal modo, semplicemente, le rughe più sottili vengono “rigonfiate di acqua” in superficie ma non dalla profondità. Il “solco rugoso” persisterà mascherato al di sotto, nel derma. Tale ingrediente tra l’altro è molto più economico rispetto al “vero” Acido Jaluronico. Se non altro ha buone proprietà idratanti.
L’Hydrolyzed Hyaluronic Acid, invece, è un derivato che in virtù della reazione chimica a cui viene sottoposto (idrolisi) risulta molto più solubile e piccolo rispetto all’Acido Jaluronico da cui proviene. Esso è comunque un idratante dello strato superficiale. Recentemente lo stesso viene formulato immesso all’interno di liposomi per raggiungere maggiori profondità di penetrazione.

Fuorvianti poi sono ancor di più quelle etichette che descrivono l’ammontare delle concentrazioni di Acido Jaluronico intorno al 25%, 50 % o più.
Lo stesso Acido Jaluronico Idrolizzato tendenzialmente non si ritrova in concentrazioni maggiori all’1%.
Il Sodio Jaluronato invece, già intorno al 20 %, ha una consistenza solida tale da non riuscire ad essere applicato nemmeno sotto forma di gel.
Onde sortire un buon effetto di attenuazione / mascheramento delle rughe sottili, col fine di mantenere sempre idratata la cute, le applicazioni di tali creme devono essere ripetute anche più volte durante la giornata. Ma nonostante questo i risultati sono diversi nei vari pazienti. Varie influenze entrano in gioco, quali stile di vita, abitudini alimentari, fumo ed altro.

Ma forse il concetto su cui bisogna più soffermarsi, se il fine perseguito è quello di eliminare le rughe sottili è il risvolto economico e pratico sul lungo termine rispetto ad un filler o ad una biostimolazione che vanno invece a soddisfare e nutrire le esigenza del derma in modo più mirato, veloce e profondo.



© 2017-2020, Antonio Bellino
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